Jumbo-Visma, Sepp Kuss: “La mia progressione è stata sorprendente. A volte sento di dovermi scusare per le scelte politiche USA”
Sepp Kuss sorpreso da sé stesso. In una lunghissima intervista con Ciclismointernacional, il corridore della Jumbo-Visma ha dichiarato di essere sorpreso dalla sua crescita nell’ultimo triennio, con il 2020 che l’ha visto pedina fondamentale per i successi di Primoz Roglic (dopo aver dato un contributo importante anche alla Vuelta 2019) e in grado di cogliere anche le poche occasioni in cui gli è stata data libertà, come ad esempio nel successo di tappa al Giro del Delfinato. Dopo aver raccontato i primi successi, le difficoltà nei primi mesi alla Jumbo, la svolta con il Tour of Utah, lo statunitense ha raccontato il suo 2020 e le sue (mai nascoste) ambizioni future.
“Penso sia il momento buono per avere delle opportunità – ha spiegato – Vedremo come saprò reggere la pressione, ma credo di dovermi appoggiare alle esperienze vissute per non piegarmi nei momenti chiave. Correre Tour e Vuelta, imparare come muoversi in determinate situazioni, imparare dagli errori… tutto questo mi dà molta fiducia. Ovviamente anche nel ruolo di gregario ci sono delle aspettative su di me, ma non sento pressione in questo ruolo. So cosa fare, e poi correre per qualcuno come Primoz mi fa dare sempre qualcosa in più. Fin quando posso dare un contributo per portarlo alla vittoria, mi sento come se io avessi vinto, è bello e divertente”.
Dopo aver raccontato nel dettaglio il suo successo al Giro del Delfinato, il classe ’94 ha raccontato la cura dei dettagli all’interno della Jumbo (“anche l’ultimo corridore del roster riceve attenzione, come successo a me nel primo anno”) e ha spiegato come ci si sente ad essere un americano che vive in Europa: “Molto interessante. A volte sento come la necessità di scusarmi per le decisioni politiche del mio paese, che amo. Ma ho imparato ad amare anche l’Europa e la sua cultura, almeno in Catalogna, la amo. Mi affascina il cibo, la gente e il modo di vivere. Hanno sempre qualcosa da celebrare e questi sono dettagli che si apprezzano”.
Infine, il ventiseienne ha ammesso di non aspettarsi di poter crescere così tanto: “La verità è che è stata una progressione sorprendente. Non l’avrei mai immaginato, ancor meno di poter andare al Tour. Questo è il bello del ciclismo e della vita: nulla ha un percorso predeterminato. Posso essere orgoglioso di quanto fatto in questi tre anni e questo mi spinge a cercare ancora di più. Mi dà molta fiducia”.
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